lunedì 9 luglio 2012

STORIA DI JANICE

Era una bellissima giornata di giugno e Janice si trovava sulla strada dei ritorno a casa dopo avere trascorso alcune ore in centro a fare spese. Il cielo azzurro e il sole caldo la indussero a pensare quanto fosse fortunata a vivere in un posto cosi incantevole. Era soltanto d un paio d'anni che Janice e suo marito si erano trasferiti in Arizona, tuttavia, a Phoenix si sentivano come a casa. Gli spazi aperti, gli orizzonti infiniti, i meravigliosi colori delle rocce e i tramonti sul deserto, tutto era cosi diverso dal paesaggio inglese che si erano lasciati alle spalle.
Erano le cinque del pomeriggio e il traffico andava aumentando mentre Janice guidava verso casa attenendosi al limite di velocità di sessanta chilometri orari. Ma mentre si accingeva a superare un incrocio segnalato dal semaforo verde, improvvisamente si vide tagliare la strada da un altro veicolo. Un brivido freddo le corse lungo la schiena, in una frazione di secondo si rese conto che nessuna manovra sarebbe valsa a evitare l'impatto. Uno schianto assordante si produce mentre le due automobili si scontravano e Janice veniva scaraventata verso il sedile di fianco al suo . L'impatto fece entrare in funzione l'airbag che tuttavia, esplose riversando su Janice sostanze chimiche che riprodussero nell'abitacolo l'effetto de una tempesta di neve. Quell'esplosione è ancora oggi l'ultimo particolare che Janice ricorda dopodiché tutto rimane avvolto nella più fitta nebbia . Quando riprese conoscenza, era ancora a bordo dell'auto ma non si trovava più in mezzo la strada, il veicolo si stava dirigendo piano piano verso una viuzza secondaria, dove il rischio di incrociare altro veicolo era assai limitato, e giunto li, si fermò.
Janice guardo confusa la gente che corse a prestarle soccorso chiedendosi come fosse riuscita a mettersi a salvo raggiungendo quella via deserta. L'auto sulla quale viaggiava era ridotta a un rottame e appariva strano che dopo, l'impatto avesse potuto percorrere ancora un tratto di strada. Era in oltre inspiegabile il fatto come, senza l'intervento de un carro attrezzi. Un testimone riferì di avere visto il veicolo fare retromarcia piano piano e quindi proseguire in direzione della strada secondaria dove si era fermato.  Janice riferì di avere perso conoscenza subito dopo il impatto,era dunque certa di non essere stata in grado di condurre l'auto; per giunta, il parabrezza, coperto dalla sostanza chimica fuoriuscita dall'airbag, le avrebbe comunque impedito di vedere dove si dirigeva. 
Gli uomini del soccorso stradale erano sbalorditi, non riuscivano a capire come un'auto ridotta in quelle condizione avesse potuto spostarsi dal luogo dell'incidente, e per giunta, compiere la manovra che l'aveva portata nella stradina dove ora si trovava Giunta all'ospedale, Janice apprese che il guidatore dell'auto con la quale si era scontrata era stato estratto illeso dalle lamiere. Gli esami e il controlli ai quali i due sfortunati guidatori si sottoposero non evidenziarono nè osa rotte nè lesioni interne. Un vero miracolo a detta dei medici. Ma Janice è convinta che vi e una spiegazione semplice all'accaduto; dichiara con sicurezza che, quel giorno, lei fu salvata da un angelo.